martedì 30 dicembre 2014

Zucchero filato

Zucchero filato.

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Se dico zucchero filato a cosa pensate?
Per me c'è solo una risposta: all'infanzia.


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All'infanzia. Quando c'era una fiera, una festa estiva al mare, la sera, tante luci. Un'atmosfera di festa.


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E poi, proprio lì, alla fine di quella sfilza di banchetti luminosi, c'era il carretto colorato attorniato da bimbi felici che aspettavano il proprio turno. Qualcuno riusciva anche a farselo da sé e aspettava già pronto con il bastoncino...


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E poi, come per magia, da quella macchina tonda nasceva una nuvola soffice e zuccherosa,


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che il più delle volte impiastricciava i visetti che affondavano nella nuvola avidamente; altre, invece, si appiccicava sulle dita perché si staccava a pezzetti per portarlo alla bocca e le mani rimanevano tutte collose.

Lo zucchero filato mi suscitava sensazioni contrastanti, da piccola: mi attirava tremendamente, da un lato; dall'altro, ahimè... ci tenevo ad avere le mani pulite!
Oggi, invece, mi fa una gran tenerezza, mi riporta indietro nel tempo, a un tempo che sembra custodito in un limbo attorniato da nuvole zuccherose e lana di fata*; e dalla mano grande che mi tiene per mano, quella pulita, mentre con l'altra tengo il bastoncino e decido come mangiarlo.
Oggi, non me ne importa niente di sporcarmi le mani.
Oggi, sono le sensazioni.
Oggi, è il ricordo.

Google Images... però in francese nuage è maschile: "un" nuage
Accipicchia, è l'unico motivo per cui non comprerei questa maglietta!

E voi cosa pensate dello zucchero filato?
Quali sensazioni vi suscita?



*Quando è stato inventato, lo zucchero filato si chiamava Fairy Floss, lana di fata. Oggi è più comune chiamarlo Cotton Candy... e quanto mi piacciono anche queste parole!!! ^_^
Ah, sapete che è stato inventato da un dentista? Questa cosa mi fa ridere tremendamente!


domenica 28 dicembre 2014

Orrore | Ho applicato. Un'applichescion

Il primo termine che merita di entrare nell'Antidizionario e di classificarsi al primo posto, senza se e senza ma, è application. Seguito a ruota dal caro verbo applicare.



Google Images + piccola modifica personale! ^_^



L'ordine ha poca importanza, in realtà. Applicatele pure come preferite.

Quante volte vi è capitato di usare il termine APPLICATION?
Mai? Beh, quante volte lo avete sentito, allora?
- Ho fatto un'applichescion. 
- Ho inviato un'applichescion.
- Compila un'applichescion.

Oppure capita di sentire HO APPLICATO. 
Intransitivo.


Ma COSA diavolo hai applicato???
- Ho applicato, speriamo che mi prendano!
- Facile, Lei applica...

Ma perché, perché, perché dico io?
Capisco che i tempi in cui dire Ok era maleducazione sono passati da un pezzo.
Capisco che nuovi termini, soprattutto tecnologici, vengano creati all'ordine del giorno e non è che uno si può mettere lì a creare un termine in italiano.
Capisco che dirlo in inglese fa figo!

Però... accipuffolina, qui esistono già. E, soprattutto, si capiscono anche meglio!

To apply* = fare domanda a, inoltrare una domanda a, fare richiesta a
Application* = domanda, richiesta

VS 

Applicare* = mettere qualcosa sopra a qualcos'altro, es. :  Ho applicato le toppe sulla tuta di Gianni.


L'italiano esiste, non lasciamolo morire! ^_^


**Il dizionario riporta anche le traduzioni "applicare" e "applicazione", ma il contesto è diverso.
*Tutti gli altri usi di ""applicare" in italiano.


E finalmente, alla fine dell'anno, ce l'ho fatta a pubblicare questo post.
Sono curiosa come una scimmia:

VOI APPLICATE? E se sì, cosa??? ^_^


venerdì 26 dicembre 2014

Un sorriso al giorno | Christmas Edition



In passato, forse, sognavano ciò che oggi possiamo.
Click.

E voi, lo fate?


giovedì 25 dicembre 2014

Dare

Dare.

Vi è mai capitato di avere bisogno di "dare"?

Non di ricevere.
Non di avere.
Non di prendere.

Ma di dare.

Io, quest'anno, ho sentito forte questo desiderio. Dare.

Non ho mai pensato a me per i regali di Natale, ho sempre pensato agli altri.
Ma quest'anno è stato diverso.

Quest'anno avevo voglia di dare loro qualcosa.
Qualcosa che amano, apprezzano, vogliono.
Senza corse affannose. Senza lotta dell'ultimo minuto. Senza dubbi sulle scelte.

La gente chiede sempre: "Cosa hai ricevuto a Natale?"
Oggi io vi chiedo: "Cosa avete dato?"

Qualunque cosa sia, spero l'abbiate fatta con il cuore.
Quest'anno sono contenta dei miei regali. Li ho fatti con il cuore.
Non che gli altri anni li abbia fatti senza cuore, ma forse nella coppia cuore-cervello vinceva il cervello. Quest'anno ha vinto il cuore. E ne sono felice.


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Buon Natale a tutti voi. Di cuore.


venerdì 12 dicembre 2014

Cose da femmine

Un paio di giorni fa sono finita a casa di L., la mia amica L., quella dei tempi dell'asilo - e anche delle elementari, delle medie, del liceo - che ora vive da sola e non aveva voglia di fare l'albero.

Ma come si fa??? - Le ho urlato con non so quanti decibel - Lo facciamo insieme!

E così sono andata da lei per fare l'albero di Natale, 



No, non questo. Lei è troppo glitterata per darsi al riciclo creativo, ma diamo tempo al tempo...



poi a cena pizza, supplì e crocchette, birretta, tanta acqua (proprio quella che ci fa fare tanta plin plin, così siamo belle dentro e fuori!) e dolcetti finali.

E poi?

Beh, poi è arrivata la fase cose da femmine.
Quelle cose che io non faccio mai. E lei sì.

Ha aperto uno sportellino del salotto e sono apparse tante piccole minuscole coloratissime bottigliette di SMALTO.
Se dico che ne ha una trentina, dico poco.
Non solo. Ha anche quell'attrezzo che riscalda lo strato trasparente per farle "proprio come se fossi da una nail artist".

Così ho ceduto.
D'altronde, lei ha ceduto ai miei bisogni infantili di albero.
Io, ai suoi. Da femmina.

L'ho spuntata solo sul colore. Lei andava sul magenta aggressive, io per un neutro rosino-che-si-vede-non-si-vede-e-se-non-si-vede-è-meglio-così-mi-sento-più-a-mio-agio.
Che poi, detto tra noi, farà pure effetto "mano curata", ma fa pure un po' effetto... vecchia.


Dai, la prossima volta punto sul magenta aggressive anch'io! ;)



Con queste, magari, l'anno prossimo ci mettiamo d'accordo... ^_^


E voi, unghie o albero? ^_^


domenica 30 novembre 2014

L'attesa

Quando avrò una casa tutta mia, il 3 novembre sarà un giorno di festa.
Sarà il giorno in cui si apriranno le danze.

Sarà il giorno in cui inizierà l'attesa.


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E non c'è cosa più bella dell'attesa di una cosa bella.
La vivrò per me, perché mi dà gioia, perché mi fa sorridere, perché il sorriso si contagia...



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Sarà il giorno in cui tirerò fuori tutte le cose natalizie, inizierò a preparare l'albero, la casa si riempirà di lucine e di calore familiare, e il sottofondo musicale sarà quello di tutti i Natali passati e di quelli futuri.


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Ma se sarà così bello, perché aspettare un imprecisato Natale futuro e non iniziare fin da ora, anche se non è il 3 novembre, anche se non ho ancora una casa mia?

Che l'attesa inizi e...



Buona attesa a tutti voi!
^_^




mercoledì 19 novembre 2014

Biondo stupido naturale

Poi dicono che sono le donne!
Donna bionda = stupida. Dicono.
Donna al volante = pericolo costante. Dicono.

E invece no. Il troglodita ignorante assassino al volante è una sottospecie di uomo, biondo, con un tantino di riporto. Abbastanza giovane. Molto stupido.

Immaginatelo con meno capelli e con un'espressione meno intelligente, please.


Domenica mi sono concessa un'uscita dopo cinque settimane di malattia, che non è ancora del tutto sparita. Sono andata al cinema con L. e il cinema è in un centro commerciale.

Si capisce che domenica+cinema+centro commerciale a novembre quando strapiove non è un ottimo assortimento, ma quanto ci piace chiacchierare in macchina-nel-traffico-sul-raccordo-sotto-la-pioggia ce lo vogliamo mettere??! ;) 

E insomma dopo un'ora e mezza di chiacchiere in macchina-nel-traffico-sul-raccordo-sotto-la-pioggia per un percorso di quindici minuti (quindici!) siamo arrivati al centro commerciale e ci siamo inoltrate nella giungla del parcheggio.

Tattica: seguiamo chi esce.

Dico scherzando alla mia amica: "...che tanto poi, anche se scendo a fermare il posto a piedi, arriva sempre qualcuno in macchina che mi fa andare via..."

Insomma, ridendo e scherzando seguiamo una famigliola verso la macchina, scendo e vado a occupare il parcheggio.

Pè-pèè-pèèèè....

Il biondo-stupido al clacson con una mano suona e con l'altra, fuori dal finestrino, fa così

e urla: "OHHHHHHH!!!!!!!!"

Il classico italiota. Ignorante. Burino. Cavernicolo.

E così ha inizio una simpatica conversazione.

Lui: Ohhhh! Lèvate!
Io: Guardi, io e la mia amica li abbiamo seguiti.
Lui: Ma che... io stavo qua...
Io: Guardi, noi li abbiamo seguiti da quando sono usciti dal centro commerciale.
Lui: Non è vero.
Io: Come "non è vero"?
Lui: Ao', mo' m'hai rotto...

E preme l'acceleratore per investirmi o probabilmente per spaventarmi e farmi scappare.
Io non mi muovo di una virgola.

Lui: Daje, lèvate. Io so' stanco.
Io: Siamo tutti stanchi.
Lui: Sì, vabbè, io è un sacco che giro.
Io: Oggi, qui, girano tutti.

Poi lui e quella cosa moscia bionda tinta con le labbra rosso fuoco seduta lì accanto hanno affabulato qualcosa che non ho neanche perso tempo a decifrare, tanto di sicuro in due non facevano un neurone.

Io: Senta, Lei non ha capito una cosa. Io avevo già deciso di lasciarLe il posto quando era laggiù, non era necessario accelerare...

A lui è crollato il pavimento sotto i piedi, la sua faccia-di-merda ha cambiato espressione.

Io nel frattempo ho continuato: ...il problema è il modo!
Lui: Ma io non t'ho detto niente!

E qui ha alzato le spalle e le mani, come per dire: "Sono innocente"

Io: Come no? Lei mi ha urlato "OHHHHHHHH!!!!!!!" quando era laggiù. Ma come si permette? Io non sono un cane; sono una ragazza.

Faccia-di-merda non se l'aspettava questa.

Nel frattempo è arrivata la mia amica, preoccupata che mi investisse davanti ai suoi occhi, a sostenere la mia tesi: "Guardi, noi li abbiamo seguiti dall'uscita..."
Ma le ho detto che non c'era bisogno del suo intervento. Me la stavo vedendo da sola con quel tizio e non avevo ancora finito.
Lui ha accelerato di nuovo. Pochissimo stavolta, lo spazio era minimo.

Allora quella cosa moscia bionda tinta con le labbra rosso fuoco seduta accanto a lui ha affabulato qualcosa e io le ho detto: Ma tu ti fai dire "OHHHHHHH!!!!" da lui?

Poi lui ha continuato a parlare. Io ho insistito sui suoi modi e lui annuiva in maniera evidente a mo' di "sì, hai finito con la predica?" e poi esordisce con "Quaglia!"

E io: Maleducato!

In macchina, la mia amica: Se vuoi facciamo il giro e...



Io: Non mi interessa, non sono il tipo.


Morale della favola.
1. Io non mi metto a litigare per un posto, sono in grado di trovarmene un altro - e infatti dopo trenta secondi abbiamo parcheggiato in una posizione persino migliore.

2. Io non sopporto questa gente.

3. La mia amica dice che lui si è comportato così per mostrarsi "uomo" davanti alla cosa moscia.
Secondo me, questo non è mostrarsi uomo. Anzi, secondo me è proprio il contrario.

Sarebbe stato un comportamento da uomo, 
- se mi avesse parlato educatamente, 
- se mi avesse lasciato il posto, 
- se non mi avesse trattato in quel modo orribile, 
- se non avesse premuto per ben due volte sull'acceleratore.

4. Credo di essere più "uomo" di lui, perché in passato io:
- quando ero al volante, ho lasciato il parcheggio a chi era a piedi, uomo o donna, ragazza o ragazzo, bambina o bambino che fosse,
- quando ero seduta accanto all'automobilista, gli ho suggerito di lasciare il posto a chi c'era e passare oltre - anche se non ce n'era bisogno, perché chi guidava la pensava come me.

5. La cosa moscia non avrebbe dovuto perorare la causa del biondo stupido, ma avrebbe dovuto dirgli di lasciar correre.

6. L'unica cosa che avrebbe meritato di leggere su quella macchina sarebbe stato:


Perché ha premuto sull'acceleratore. Due volte. Volontariamente. 


Vi è mai capitato di trovarvi di fronte un cavernicolo del genere?
Come avete reagito?


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