sabato 29 settembre 2012

VeganMoFo: pronti, partenza, via!

Bene, bene. Ci siamo.
Sono felice di annunciarvi che per tutto il mese di ottobre Quando spuntano i papaveri si trasformerà in When Poppies Spring Up e parlerà inglesiano, un po' inglese e un po' italiano, perché parteciperò al Vegan MoFo 2012.



Cos'è il VeganMoFo?
È il Vegan Month of Food, un'iniziativa di alcune blogger americane che si tiene ormai da alcuni anni, per cui tutti i partecipanti si impegnano a postare solo ricette vegane nel mese prescelto - di solito ottobre.

Essere vegani non è una condizione necessaria per partecipare, ma è necessario che durante il MoFo questi partecipanti pubblichino soltanto ricette e/o foto e/o articoli cruelty free.
L'impegno richiesto è quello di raggiungere almeno i 20 post, cosa che nel mio caso sembra un po' improbabile, dato che ne ho scritti circa 20 in 4 mesi... ma ce la metterò tutta! :)

Premetto fin da ora che le mie ricette saranno molto semplici - perché non sono un'esperta, ma solo una che ci prova! :P - e prevalentemente basate sulla tradizione gastronomica italiana, ma non mancherà qualche incursione estera. (Ogni blogger può scegliere un tema, io non l'ho fatto proprio perché ho poca esperienza, quindi resto buonina buonina al mio posto!)

E questi sono i buoni propositi iniziali, chissà tra un mese in che condizioni sarò! :P
L'idea iniziale è quella di scrivere il blog in versione bilingue, ma immagino che non avrò sempre tempo di scrivere due volte ogni singolo post - specie se lungo - quindi probabilmente alcuni saranno solo in inglese e altri solo in italiano, tanto per dare un tocco esotico.
Spero mi seguirete con curiosità... io sono curiosissima ed entusiasta di partecipare!
Ah già! Se avete qualche consiglio o suggerimento o altro per tenere alta la bandiera italiana in cucina vegan, sentitevi libere e liberi di commentare e suggerire e consigliare: io sono openminded! ;)

Che il mini-viaggio abbia inizio!
See ya!
:)


giovedì 27 settembre 2012

Della superiorità onnivora. Della superiorità vegana.

Sono ormai passati cinque mesi e il prossimo terminerà il mio periodo di vegan in prova. In questo periodo non me ne sono capitate di tutti i colori, ma un paio sì, entrambe estremiste e riconducibili - nonostante in netta opposizione tra loro - al medesimo atteggiamento: la superiorità. O quel qualcosa che viene ritenuto tale dal legittimo proprietario.

Mi sono imbattutta in A Delicate Balance - Un equilibrio delicato a metà aprile, e da allora ho iniziato a riflettere. Per dieci anni non ho mangiato carne, ma non l'ho fatto certo per rispetto o compassione verso gli animali, né tanto meno per la salute o per l'ambiente (non ha molta importanza dire per quali motivi io non ne mangiassi in questo contesto), così quando ho fatto la scoperta del secolo, ho reagito con stupore e interesse e ho subito pensato di parlarne e condividerla. Mi hanno risposto chi con altrettanto stupore, chi con interesse, chi con saccenza, chi con aggressività - già per partito preso, la frase suonava più o meno così: "Voi mangiate merda. Perché le piante nascono dalla merda. Perché la merda è il concime per farle nascere, ecco cosa mangiate voi!" - Ma "voi" chi? Io avevo esordito con "Lo sai che ho scoperto?", ma anche se avessi esordito diversamente, vorrei tanto far notare a chi non mi ha dato il diritto di replica che gli animali, oltre a cibarsi dello stesso mio cibo, sono i primi produttori del suddetto concime, che tra l'altro si forma proprio all'interno del loro corpo. Quel corpo che lo sparasentenze di turno mangia con gusto. 
Non voglio soffermarmi tanto sul linguaggio né sulla sua forma, ma piuttosto vorrei soffermarmi sull'aggressività gratuita. La mia domanda è: perché mi aggredisci se io ti sto dicendo una cosa nuova che io per prima non sapevo e che immagino non sappia neanche tu? Quando io ho visto quel video, non ho certo contattato l'autore per aggredirlo! Ho semplicemente ascoltato. Poi ho riflettuto. E ho pensato che non avesse tutti i torti. Non sto neanche dicendo che il mio atteggiamento sia ineccepibile, né che io sia un modello da emulare, ma credo che ascoltare non sia mai sbagliato.
Andiamo avanti. La domanda che mi sono posta allora è stata: perché reagisci con tanta aggressività se da parte mia non c'è né volontà di aggredire né di offendere? La risposta che mi sono data è stata più o meno "per paura". O per partito preso. Perché in fondo ognuno di noi ha paura di ciò che è diverso, anche solo di un'opinione a volte. Diverso da quei concetti o cose a cui siamo stati abituati fin da piccoli e qualsiasi altra opinione che le smonti, in realtà, sgretola quel castello di carta che ci hanno costruito intorno. E allora abbiamo paura. E quando abbiamo paura dobbiamo difenderci, perché ci sentiamo minacciati. E per difenderci, aggrediamo. E tra l'altro aggrediamo convinti di non essere stati i primi ad aggredire.
Il meccanismo innescato ci porta ad autoconvincerci che abbiamo ragione, che abbiamo difeso il nostro castello di carta e, tenendolo in piedi, abbiamo affermato la nostra superiorità.
E questa è la superiorità manifestata dall'onnivoro.
Ma è una reale superiorità?

In questi mesi, devo dire di aver letto molto, di essermi informata ove possibile e con ogni tipo di strumento a mia disposizione sullo stile di vita vegano. Ho letto anche quello che dice  Nonciclopedia, ho letto qualche commento di onnivori qua e là a riguardo e mi sono resa conto che spesso campeggia la scritta "il vegano è un essere che si ritiene superiore". Mi ha fatto sorridere, perché in realtà credo il vegano medio sia un essere che si ritiene maggiormente informato o che ha fatto un passo ulteriore rispetto all'onnivoro o che è più consapevole di cosa mette nel piatto, ma "superiore"... perché? Mi faceva sorridere e ho ridacchiato. Poi mi sono imbattuta nel "vegano superiore" e ho capito qualcosa in più.
Poiché mi sono data sei mesi di tempo, anzi di transizione, ho pensato che fosse il caso di consultare un nutrizionista vegano per avere maggiori informazioni e consigli in materia di cibo, assimilazione e combinazione degli alimenti, sfatare qualche falso mito e infine capirne un po' di più su questa benedettaomaledetta vitamina B12.
Il primo pensiero è stato quello di recarmi dal mio medico di famiglia e fare una chiacchierata con lui - cosa che farò quanto prima, se non altro per curiosità - e magari farmi dare un recapito di un ipotetico nutrizionista vegano di sua conoscenza. Ricordandomi della sua risposta dello scorso anno [- Ehm, no dottore, veramente non mangio carne da anni. - Ah, ma... neanche un po' di prosciutto? Quello sì, che ti fa...], ho pensato di chiedere prima in rete... in fondo tra tanti vegani, qualcuno sarà pure andato da un medico, no? Mi sono rivolta a un gruppo che annovera oltre 1400 persone, ho lasciato un messaggio in bacheca e ho incrociato le dita.
Beh, indovinate chi è stato il primo esemplare di mammifero a rispondere?
Ebbene sì, lui, il "vegano superiore". Anzi, lei. La cosa che mi ha fatto più imbestialire è stato proprio il modo in cui ha esordito: "Ma anche no". E dall'alto del suo sapere onnisciente ha sparato la sua sentenza.
Ma dico... "ma anche no" dillo a tua sorella!
Acida e laconica come pochi, e di nessun aiuto.
Hanno risposto anche altri - uno dei pareri che non condivido affatto recitava più o meno così:  "Ciò che mangi non influisce sul tuo peso, è più facile che influisca la quantità e la poca attività fisica". Ok, posso dire di non essere d'accordo con quel non
Non è un caso che gli abitanti di McDonald'sLand siano in gran parte obesi. Puoi continuare a mangiare solo una porzione di patatine fritte al giorno, ma sono sicura che non sia l'ideale per mantenere un peso forma decente, né tanto meno nutrizionalmente adeguato, nonostante sia un piatto veganissimo.
Tra i vari pareri e consigli, piramidi veg e video, soltanto una persona ha risposto che "consultare un nutrizionista sarebbe ottimale".
Mi chiedo: perché questo ostracismo verso il parere medico? Perché ostinarsi a fare da sé proprio all'inizio?
Io sono stata abituata fin da piccola a rivolgermi a un medico o comunque a qualcuno che ne sapesse più di me su un determinato argomento, quindi non capisco perché chi ha intrapreso questo percorso prima di me rifiuti il parere di un nutrizionista. O non abbia la minima curiosità di sapere cosa ne pensa una persona esperta di alimentazione a riguardo. E ripeto, un nutrizionista vegano, non onnivoro. Non capisco. O comunque mi rifiuto di credere che tra 1400 persone, nessuno si sia preso la briga di consultare una, e dico UNA, volta qualcuno che effettivamente ne sappia di più.
Tra i vari pareri contrari al veganismo spesso si parla della superiorità di un vegano tipo che critica chi mangia diversamente da sé - cosa che, peraltro, mi sembra più manifesta tra gli onnivori - ma io, in questo preciso istante, vedo questo fantomatica superiorità da un'altra prospettiva. È anche questa la superiorità vegana (?).

Tirando le somme, il problema è la superiorità. Quell'atteggiamento che porta una persona a ergersi su un piedistallo e sparare sentenze, senza preoccuparsi di ascoltare le opinioni altrui e riflettere. La superiorità non ha a che fare con ciò che si mangia. La superiorità non è né onnivora né vegetariana né vegana. La superiorità è un atteggiamento insito nella persona a prescindere da quale sia il suo orientamento (in materia di alimentazione e non solo) ed è forse quella che bisogna combattere, non le singole scelte individuali.

Questo mio post non ha pretese di nessun tipo, sta qui soltanto a fare il punto della situazione 5 mesi dopoÈ semplicemente ciò in cui mi sono imbattuta in questo periodo.
E voi? Sono curiosa di sapere cosa avete visto voi che siete al di là di questo schermo. E cosa ne pensate. Cosa vi è capitato. Cosa vi hanno detto. Come avete reagito. Cosa vi ha fatto intraprendere questo percorso e perché non siete tornati indietro. O, se lo avete fatto, perché. E con la B12 come vi regolate? 
[E magari, se avete consultato un medico e abitate a Roma, fatevi pure sentire in pvt! :)]



sabato 15 settembre 2012

Seitan con Sister

Dopo la pausa estiva, urge ricetta: vi propongo il seitan fatto in casa. 
Forse non tutti sanno che è molto semplice ed economico autoprodurlo. È stato uno dei primi esperimenti vegan che ho fatto ad aprile dopo il latte vegetale, ma ci ho messo un po' a pubblicarlo perché volevo postare qualche foto. Quindi eccomi qui, backstage con sister compreso! ;)




Ne avevo sentito parlare in passato, ma mi ha sempre dato l’impressione di qualcosa che sostituisse la carne per gli ex-estimatori e, non ritenendomi tale, non lo prendevo neanche in considerazione. Poi un giorno ho trovato un video sul Tubo, il procedimento sembrava facile, magari un po’ laborioso, ma valeva la pena tentare... e così ho tentato!

Le foto che vedrete qui sotto le ho scattate con Sister, abbiamo preparato il seitan insieme mentre eravamo in vacanza perché voleva imparare e, nonostante il procedimento laborioso, ci siamo divertite un sacco... soprattutto quando abbiamo ottenuto la “palla” e mi sono messa a lanciarla in aria mentre lei fotografava… è stato divertente perché ogni volta che le dicevo “scatta” non riusciva a coordinarsi con me e quindi ha scattato non so quante foto a vuoto... eccone alcune! ;)




Ricordo che il primo esperimento è riuscito bene, avevo provato con mezzo chilo di farina, tanto per assaggiare e rendermi conto di cosa sapesse. All'inizio mi ha fatto uno strano effetto perché mi ricordava la carne, quindi ero un po' titubante e una parte di me si rifiutava di assaggiare, poi però ho provato!
Gli esperimenti successivi sono andati sempre meglio! All’inizio avevo provato con la farina che avevo in casa, poi ho comprato la Manitoba e ho subito notato la differenza. Pian piano sono aumentate anche le quantità: dai 500 gr iniziali, al mare io e Sis ne abbiamo impastato 3 kg! Meglio così, perché quando si ha tempo è meglio prepararne un po’ di più e conservarlo in freezer, così si può suddividere il seitan in porzioni e usarle all’occorrenza – e a noi è bastato per le quasi quattro settimane di permanenza al mare. :)

Ma veniamo a noi, ecco ingredienti e preparazione!


Ingredienti
  • 2 kg di farina Manitoba* (eventualmente anche altro tipo di farina)
  • 1 pizzico di sale
  • acqua q.b.
+ condimenti e spezie a piacere:
  • salsa di soia
  • olio evo
  • dado vegetale
  • erbe di Provenza
  • pepe nero
  • (altre spezie)


Preparazione
La preparazione del seitan può essere divisa in tre fasi:

1. Fase "palla"
Versare poca farina alla volta in una ciotola capiente, aggiungere il sale, un po' d'acqua e iniziare a mescolare.


Procedere aggiungendo altra farina e acqua, sempre poco alla volta, in modo tale da amalgamare bene il tutto.


Quando il composto sarà abbastanza solido, iniziare a lavorarlo manualmente su di un piano.

Quando avrete ottenuto una "palla" liscia e non appiccicosa al tatto saprete di aver terminato questa operazione. ;)


Nel nostro caso, con 3 kg di farina, abbiamo ottenuto due impasti.


Lasciar riposare per circa 20 minuti in un recipiente, al coperto.

Trascorso il tempo di riposo, iniziare l'operazione di risciacquo.



2. Fase di risciacquo
Per facilitare questa operazione, bisogna mettere la nostra "palla" in un colapasta e il colapasta in una ciotola grande abbastanza da contenerlo.


Mettere la ciotola (con il colapasta e la "palla") nel lavandino e aprire il getto d'acqua (fredda!) fino a riempire la ciotola stessa.


A questo punto si può chiudere l'acqua e si lavora la "palla" manualmente.

Noterete subito che l'acqua si colorerà di bianco, un bianco molto simile al gesso: a questo punto bisogna eliminare l'acqua torbida e sostituirla con acqua (calda!) pulita.


Bisogna ripetere questa operazione per circa 7-9 volte...





...alternando i getti d'acqua fredda e calda in modo tale che si inizi con l'acqua fredda e con essa si termini, finché l'acqua non risulti limpida (o quasi!). Basterà inserire la mano nell'acqua: se vediamo bene la mano, abbiamo terminato questa operazione.


Durante l'operazione di risciacquo, la "palla" dimezzerà le sue dimensioni e cambierà consistenza, diventando spugnosa. Questo passaggio fa sì che la "palla" perda la sua parte solubile con l'acqua e che resti, invece, la sua parte proteica (è glutine! Quindi non è adatto ai celiaci!).



A questo punto possiamo trasferire la "spugna" in un recipiente per farla insaporire con spezie e condimenti di nostro gusto.


Di solito, io sciolgo un dado vegetale in un po' d'acqua, aggiungo un po' d'olio perché fa sì che il composto diventi elastico, aggiungo un po' di pepe, erbe di Provenza e la salsa di soia in questa fase.



 Lasciar insaporire per alcune ore, meglio se per una notte.


3. Fase di cottura
Trascorso questo tempo, preparare un brodo portando a ebollizione dell'acqua con carote, sedano e cipolla o, in alternativa, del dado vegetale in una pentola capiente.


Nel frattempo, bisogna dare una forma al seitan. Saranno utili un canovaccio da cucina (pulito, meglio se bianco) o delle garze sterili. Bisogna mettere il composto nel tessuto scelto e dargli la forma di un salsicciotto, avendo cura di chiudere bene il tessuto per evitare che il seitan fuoriesca durante la cottura. Una chiusura "a caramella" è perfetta, magari ripiegando le ali verso il corpo della caramella e fissandole con lo spago o una strisciolina di stoffa.




Inserire la "caramella" nel brodo, versarvi anche il condimento rimasto nella ciotola e cuocere a fuoco lento per un'ora. Se avete una pentola a pressione i tempi si dimezzano.

Terminata la cottura, togliere il seitan dal brodo e lasciarlo raffreddare un po' prima di liberarlo dell'involucro di tessuto.



Tagliare il salsicciotto a fettine... 



...e riporle in un contenitore nel quale versare il liquido di cottura.
Lasciar raffreddare e conservare in frigo per 5-7 giorni.

E ci siamo, il seitan ora è pronto!
Si può preparare alla piastra con un contorno di verdure per un secondo piatto, ma anche in ragù per un primo.


***
Poiché la preparazione del seitan è molto laboriosa - ma meno di ciò che sembra! ;) -, in genere se ne preparano grandi quantità e si conservano in freezer, scongelando all'occorrenza la quantità necessaria.
Il seitan può sostituire la carne nella dieta vegetariana e/o vegana in quanto fonte proteica.

Il seitan è un prodotto che si trova in commercio già pronto e a costi elevati. Utilizzando questo procedimento si ha un vantaggio economico notevole: con pochi spiccioli otterrete una grande quantità di prodotto risparmiando una cifra considerevole ed evitando i conservanti alimentari presenti nelle confezioni in commercio.

*La farina Manitoba è una farina più proteica rispetto alle altre, di conseguenza nella fase di risciacquo il seitan perde meno volume e resta una maggiore quantità di prodotto. Per 2 kg di farina iniziale, dopo il risciacquo resteranno 1,1-1,2 kg di seitan, se si è utilizzata la manitoba; in caso contrario, se si è utilizzata altra farina, resteranno circa 900 gr.

***
Voi aggiungete altre spezie? Come lo preparate? 
Sono curiosa, fatemi sapere! :)
Spero che il procedimento vi sia utile! Ciao! :)

lunedì 10 settembre 2012

Rientro e ispirazione improvvisa

A un mese esatto dall'ultima pubblicazione mi riaffaccio alla mia finestra virtuale.
Sono rientrata dalle vacanze qualche giorno fa, giusto il tempo di disfare la valigia, fare la lavatrice, stendere, asciugare, raccogliere etc. etc. ed eccomi qui.

Le vacanze sono state accompagnate quasi costantemente dalla nuvola fantozziana - prima settimana a pulire i resti lasciati da brother, seconda passata tra farmacia, guardia medica e un gran mal di testa esplosivo e la terza sotto le nuvole vere con tanto di pioggia e influenzuccia di sister. Nei giorni intermedi, mi sono rilassata un po', ho sperimentato in cucina, ho letto in pineta, ho fatto parecchi chilometri in bici e, alla fine di tutto, mi sono abbronzata poco. Ma chissene! La passione per l'abbronzatura è solo una questione geografica.




In tutto questo ho anche meditato. Temo proprio di lasciar perdere novembre come data papabile per la laurea. Mi dispiace, ma al momento non posso fare altrimenti. La tesi mi richiede ancora molto lavoro e molta revisione e soprattutto un tempo che non ho. E poi non ho voglia di fare la figura di quella che vuole solo laurearsi in fretta senza considerare il lavoro con la necessaria serietà. 

Tutto questo tempo senza internet mi ha fatto rendere conto di quanto internet sia importante nella mia vita e per le mie conoscenze. Ogni volta che trovavo qualcosa di interessante, mi ripromettevo di cercarlo in rete, dimenticando spesso cosa dovessi cercare. Invece, se avessi avuto la connessione, sarebbe stato immediato.
Mi sono anche resa conto di quanto siano orribili i canali commerciali della tv italiana. E questo che c'entra? C'entra. Perché al mare hanno da poco messo il digitale, e a casa erano sintonizzati solo i canali commerciali e quindi quelli abbiamo visto. Più o meno. Più che altro visti con occhio critico. Non che la tv di Stato sia migliore, ma sembra meno volgare e un po' più seria. Ho potuto fare questo paragone perché da anni non guardo più la tele e quando mi capita, in realtà, butto un occhio sui canali statali. Non mi capitava di vedere i canali commerciali da un pezzo e così... ho detto quello che pensavo a riguardo! Ma non è neanche tutto, la disquisizione sarebbe lunga e preferisco cambiare argomento e dedicarmi a qualcosa di più interessante. Per me.

Ok, aveva ragione Einstein o chi per lui: l'ispirazione ti coglie quando meno te lo aspetti, a patto che tu non ti faccia trovare impreparato. La mia ha avuto la buona idea di cogliermi questa mattina mentre ero sotto la doccia, e in effetti devo ammettere di non essermi fatta trovare preparatissima: non avevo né carta e penna, né pc, per forza di cose. Comunque sono uscita in men che non si dica e ho iniziato a scrivere. Stavolta non si tratta della tesi, stavolta si tratta di un'altra cosa. Una cosa bella. 
Ho appena terminato il primo capitolo e spero di poterla postare qui un giorno, chissà.

Questo post è un po' sconclusionato, non scrivo da un po' e ho tante cose da dire, ma soprattutto sono un po' stanca, quindi termino qui.

E voi come avete trascorso le vostre vacanze? Quali sono le vostre novità?

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