sabato 30 marzo 2013

Marzo pazzo e Liebster Award

Marzo pazzo. Lo sento dire da quando sono bambina.
Marzo pazzo. Perché il tempo cambia in uno schiocco di dita.
Marzo pazzo. Perché nel giro di dieci giorni sono arrivate due sorprese inaspettate - d'altronde, che sorprese sarebbero se non fossero tali?
Della prima, vi parlerò più in là.
Della seconda, potete vedere il logo proprio qui e ringrazio La precurstrice per avermi insignito di cotanto amorevole premio. Grazie!

Cos'è il Liebster Award? / Qu'est-ce que le Liebster Award?
È un premio che mira a dare visibilità alle blogger poco conosciute, che hanno meno di 200 iscritti. 
C'est un prix qui vise à donner visibilité aux blogueuses peu connues, qui ont moins de 200 inscrits.

Chi lo riceve, deve: / Qui reçoit ce prix doit:
- scrivere 11 fatti random su di sé / - écrire 11 événement au hasard de soi-même
- rispondere alle 11 domande ricevute / - répondre aux 11 questions reçues
- premiare 11 blogger meritevoli / - primer 11 blogueuses méritantes
- rivolgere 11 domande alle blogger prescelte / - poser 11 questions aux blogueuses choisies

11 fatti
Tuttodisegni.com
1. Mi sono ubriacata per la prima volta a sette anni: ogni anno, in ottobre, mio nonno produceva vino bianco e rosso, e una volta mi sono chiusa in cantina con due amichette. Armate di cucchiai. Il vino si trovava in un recipiente enorme, largo e basso, e abbiamo iniziato ad assaggiarne qualche cucchiaiata. Quando è arrivato nonno, ci ha trovate che ridevamo a crepapelle e il livello del vino del recipiente era un po' diminuito. Per la cronaca: era vino rosso.


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 2. Qualche sera fa ho messo un paio di cuscini e alcune coperte nel letto di mia sorella, dando loro la sagoma di una persona e mi sono nascosta nella stanza di fronte, al buio, per osservare la scena. Quando è arrivata, pensava che ci fossi io... - ahahah! -, è andata in camera mia, ma non c'ero, quindi dovevo per forza essere io - ahahah! -. Così si è buttata su di me per schiacciarmi e, SURPRISE SURPRISE, ero stranamente morbida... Avreste dovuto vedere la sua faccia! Sono sbucata dall'altra stanza e ho riso per un quarto d'ora a crepapelle. Fare degli scherzetti innocenti è troppo divertente! ^_^


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3. Una delle tante volte che ho fatto pronto soccorso, mi hanno fatto sei buchi per prendermi il sangue. Sembra che le mie vene si trovino in profondità, e così ogni volta medici e infermieri lanciano l'ago e vanno alla ricerca della vena perduta. Il che significa, inserire l'ago nel polso e sentirlo nel ginocchio passando per la spalla. Tanto loro non sentono dolore. L'infermiere che riuscì nell'impresa - si sono succeduti in quattro o cinque - era talmente felice che ha fatto gimme five con i colleghi e ha attaccato subito la flebo in uno slancio di gioia. Gli altri si sono congratulati. Io avevo le braccia viola e doloranti e, con un filo di voce, gli ho detto: "Scusa, ma... non dovevi prendere il sangue?" - Lui: occhi di ghiaccio. Panico. Settimo buco. 


La bella e la bestia, 1991
 4. Da anni spendo i miei soldi in libri e viaggi. Anzi, li investo. Mi sembra un modo bellissimo per investire il proprio denaro, perché lo si investe in qualcosa che arricchisce la mente, il cuore e l'anima. Nulla di effimero, qualcosa che resta scalfito per sempre. Nessun oggetto materiale può sortire lo stesso effetto, nemmeno un paio di Manolo Blahnik.


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5. Tra una settimana il mio cellulare spegne le sue prime 10 candeline. Ho un Nokia-non-ricordo-più-quale che mi ha accompagnata in giro per mezza Europa; che è caduto un'infinità di volte, ma si è sempre rialzato; che mi ha dato belle notizie, ma anche qualcuna spiacevole; che è ancora in bianco e nero, non ha gli MMS né il Bluetooth... eppure mi piace ancora come il primo giorno! È per questo che non l'ho ancora cambiato. 



Tuttodisegni.com
 6. Ho fatto volantinaggio per 8 anni. Io e T. eravamo talmente terrorizzate di essere seguite, osservate, studiate e sospettate che parlavamo in codice. La parola d'ordine per andare a prendere i volantini era: "Le fragole sono mature!"


7. Nell'agosto del 2003, un calabrone è andato a curiosare nella manica del mio accappatoio ed è rimasto bloccato lì per un po'. Io ho fatto la doccia e, ignara della visita inaspettata, ho infilato l'accappatoio e AHHHHHHHHHHHH! Improvvisamente si è formata un palla sul gomito. Mia madre ha stordito il malcapitato, gli ha versato sopra della candeggina, lo ha richiuso in un contenitorino trasparente di gelato Carte d'Or e "ci" ha spediti al pronto soccorso perché "non si sa mai che sei allergica, almeno vedono chi è stato". In sala d'attesa ho appoggiato la  
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scatolina accanto a me e a un certo punto... ZZzZzzzZzZZzz... è resuscitato! Aveva talmente tanta forza da spostare il contenitore e la signora seduta lì accanto lo ha fissato per un po', poi guardava me e lui istericamente e poi è scappata via impaurita. Poi è stato il mio turno. Ah! Invece di guardarmi il braccio, il medico ha chiamato i colleghi delle altre stanze per mostrar loro la mascotte resuscitata. Mi sembrava di sentire le risate registrate delle sit-com anni '70-'80. Dal vivo, però. Ancora si ricordano di me, che figura barbina! 



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 8. Quando avevo 8 anni ho scritto in un tema che da grande avrei voluto parlare tante lingue per poter parlare con tante persone diverse, e la maestra del doposcuola derise quest'idea bizzarra. Diceva che era impossibile. Ora, io dico, anche impararne soltanto un'altra ti permette di raddoppiare il bacino di utenza e avvicinarti al sogno, quindi come fai a sgretolare i sogni di una bambina?! Well, yesterday, j'suis allée zu See mit minha irmã. Ela disse oi to the seagulls et ils lui ont répondu com um battito d'ali: In hoc signo vinces. Oggi ridacchio io.


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9. I comici non mi fanno ridere. Tanto meno quelli volgari. 


10. Non seguo le mode. E neanche le mode mi seguono. Camminiamo su due binari paralleli. Difficilmente ci incontreremo.


11. L'11 era il numero della mia maglia quando giocavo a pallavolo. (È il giorno del mio compleanno. Sono stata l'11° blogger a essere insignita di questo bel premio. Sto raccontando l'11° fatto random, sto per rispondere a 11 domande, scegliere 11 blogger e porre loro 11 domande. Di solito l'11 non ha soldi nei pacchi 
Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo
di
 Affari Tuoi, e quando li ha, è un pacco a perdere. L'11 è un numero palindromo. L'11 è un  numero primo.) - E io sono arbitro di pallavolo in pensione anticipata: troppa ansia con effetti collaterali disastrosi per il sistema fognario romano, ma soprattutto troppe nonne incazzate alle partite. Quando giocavo io non funzionava così. Perché l'aggressività repressa dovuta alle lasagne bruciacchiate, all'orlo scucito e all'aumento del prezzo delle zucchine si sfoga sull'arbitro?! Mah, misteri delle sfere bianche e dei fischietti fuchsia...


11 risposte
1. Qual è il tuo colore preferito? Ehm, non si vede? Più chiaro del rosso, più scuro del rosa, più caldo del viola, più acceso del prugna, più spento del fuchsia. Un mélange di tutti.
2.  Qual è la stanza della casa che preferisci? Nella mia futura casa sarà il salotto: non vedo l'ora di avere un divano tutto mio e una libreria gigante.
3. Sai usare il pc? Mah... ci provo!
4. Sei sposata? NO!
5. Quale cartone degli anni '80 preferivi? TUTTI! (A questo dedicherò un post in futuro)
6. Cosa ti piacerebbe ti regalassero il prossimo compleanno? Nulla di materiale. Vorrei solo un po' di serenità. Ma non ho ancora trovato il negozio.
7. Mare o Montagna? Sono sempre andata al mare, quindi dico... Montagna!
8. Il tuo gelato preferito? Quello che mangiavo con nonno: cono, nocciola, pistacchio e un gusto a scelta sempre diverso. E panna montata on top!
9. Di che colore hai i capelli? Castano-scuro-ma-non-troppo.
10. E gli occhi? Castano-verde
11. La tua canzone preferita? Mmm... "Mila e Shiro" cantata da mia nonna! (Dovete immaginare un arrangiamento in chiave anni-del-cucù: all'inizio disorienta un po', ma è troppo divertente!)

11 blogger
So che dovrei taggare 11 blogger, ma non posso farlo, perché non sarei onesta con me stessa, con chi legge e con chi taggherei a caso solo per riempire le posizioni vuote. Non posso farlo anche perché bloggo da relativamente poco e seguo pochi blog. Quelli che seguo, però, li seguo "con tutti i sentimenti", come direbbe mia nonna. Li seguo perché mi piacciono, perché mi divertono, perché mi insegnano qualcosa, perché mi fanno riflettere, perché sono fonti di ispirazione, perché non sono vuoti, perché non sono per la massa.
Non ho 11 blogger, e distinguo le mie preferite in due categorie: A, con meno di 200 iscritti, e a loro va il mio Liebster Award; e B, con oltre 200 iscritti, a loro va la mia personale menzione speciale "mi piace il tuo blog" (se lo vorranno, queste ultime blogger potranno raccontare 11 fatti random e rispondere alle 11 domande, senza tuttavia fregiarsi del premio).
Eccoli qui:

**A**
1. Isabella de Il torniello verde: beh, non la premio perché è mia sorella e neanche perché l'ho spinta ad aprire il blog. Non la premio perché mi piace il titolo - che, in effetti, le ho suggerito io! La premio perché credo che la sua passione possa sbocciare in qualcosa di più grande, perché sono fermamente convinta che sia un blog utile e istruttivo per gli appassionati del settore, perché il progetto che c'è dietro è molto bello, anche se adesso ancora non si può vedere. Certo, è un settore di nicchia. Non arriveranno orde di ragazzine in preda a crisi di panico perché non sanno come abbinare i leggings leopardati alla maglietta a righe e l'ombretto verde acido con il blush di Hello Kitty. Però, c-h-i-s-s-e-n-e! Nicchia vs Massa, 1:0.

2. Mary Poppins de La valigia di Mary Poppins: "Never judge things by their appearance, even carpetbags. I'm sure I never do" è una delle mie citazioni preferite. Ma non la premio per questo. La premio perché quando la leggo mi sembra di leggere il mio alter ego. La premio perché i racconti sulla sua famiglia mi emozionano. La premio perché le sue disavventure assomigliano alle mie e il modo in cui le racconta mi fa sorridere. La premio perché traduzioni e insegnamento sono una passione comune ed è bello sentirne parlare. E poi è divertente, e basterebbe anche soltanto questo per premiarla!

3. CeciliaChristine di Non si può tornare indietro: beh, non la premio perché abbiamo un frammento di nome in comune. E neanche perché abbiamo fatto diverse esperienze all'estero nello stesso modo. La premio perché per essere un expat ci vuole fegato. Ma attenzione: espatriare in coppia o quando la dolce metà vive oltralpe è troppo facile. La premio perché lei è un'expat nelle viscere, da sempre, e ha seguito ciò per cui è nata: essere un'expat. E poi so che mi legge, ed è bello sapere che c'è qualcuno di là dallo schermo!

4. La Bottegara de La Bottega dei Semplici: beh, non la premio solo perché è un blog cruelty-free. La premio perché la sua cucina profuma di buono e sprigiona calore umano. Immagino una cucina grande e magari un po' rustica, con i pavimenti in cotto e un caminetto, e almeno tre generazioni raccolte intorno alla tavola a gustare le sue prelibatezze. La premio perché mi piace il concetto di "bottega", che sa di riscoperta di qualcosa di antico, e mi piace anche quel "semplici", perché la semplicità è una cosa bella. La premio perché, nonostante il titolo,  "non vende nulla", perché "mette a disposizione", perché "prendete ciò che desiderate, plasmatelo e fatelo vostro". La premio perché nel suo blog vengono prima le sue ricette, mentre la sua descrizione è aggiunta solo alla fine, proprio a sottolineare l'importanza della sua passione e mettere quella al centro del gioco.

5. AnniGator di Lénairgumhènn: Je te fais cadeau de ce petit prix, parce que j'aime beaucoup ton ironie et j'espère que tu reviendras sur l'écran, un jour ou l'autre. AnniGator è una blogger francocanadese e vi consiglio di leggere i suoi post (se leggete il francese con disinvoltura): sono pochi, ma l'ironia sottile e velata e i suoi giochi di parole non possono che farvi sorridere e mettervi di buonumore!

6. Eve Love di Eve Love à la montagne: Je te fais cadeau de ce petit prix, car j'aime ton style, tes recettes, tes photos, ton blogue! J'aime l'arrière-plan en bois, la simplicité du papier blanc et des trèfles. J'aime tes histoires. Eve Love è una blogger francocanadese, se leggete il francese, date un'occhiata al suo blog. A me piace un sacco!

**B**
7. Ravanello curioso: Ravanella è stata la prima iscritta al mio blog e anche la prima a lasciarmi un commento, ma non è per questo che la seguo. Di Ravanella, mi piace proprio tutto, è una delle mie blogger preferite: la trovo brillante, intelligente, stimolante e anche simpatica! Le ragioni della sua scelta "anarco-vegan" non possono non far riflettere e nei suoi post c'è sempre un pizzico di brio, un ingrediente poco culinario e molto personale. Per me è una sorta di guru, come dire... "Ravanella 4 President"! Per via del regolamento, non posso darti il premio - hai oltre 200 iscritti, ma in tutta onestà sono felice che ne abbia di più - però ci tenevo a dirti che il tuo blog mi piace proprio tanto! ^_^

8. Non si dice piacere: Ilaria è una delle mie blogger preferite. Mi piace lo stile, mi piacciono le riflessioni. Mi piace la forma e mi piace il contenuto. Mi piacciono gli spunti, le idee e le immagini. Ultimamente mi sta anche piacendo l'iPhone! Mi piace il fatto che un blog sia incentrato sulle buone maniere e sull'educazione, perché sembra che ultimamente siano un fatto insolito. Mi piace la giusta dose di ironia e il sorriso che suscita in me l'accostamento del testo scritto e delle immagini. Insomma, io ti darei questo premio con tutto il cuore e con tutta la mia educazione (e un pizzico di stile), ma hai oltre 200 iscritti e, per regolamento, non posso. Però, in fondo, il premio è solo un oggetto virtuale e "avere" è meno importante che "essere", quindi colgo l'occasione per dirti che "sei" forte e che il tuo blog mi piace un sacco. È bello sapere che c'è chi va alle Fashion Week e chi citofona alla Cuccarini!


9. La Leggivendola: La Leggivendola è una delle mie ultime scoperte, ma è subito passata in pole! Della Leggivendola mi piace lo stile, mi piace il modo in cui scrive, mi piacciono i termini - mai scontati - che usa, mi piacciono le riflessioni. Se La Leggivendola fosse un libro, lo leggerei. Ma è un blog, è allora leggo con interesse ciò che scrive e ciò che legge. Spunti di riflessione, idee di lettura e un parere spassionato, ecco ciò che trovo e cosa mi spinge a tornare nel suo blog. Cara Leggivendola, hai oltre 200 iscritti e, per regolamento, non posso darti il premio. Però, però, il tuo blog mi piace tantissimo! Probabilmente abbiamo un antenato comune nella Gloriosa Stirpe dei Lettori, chissà!

11 domande
1. Bloggo perché... / Je blogue, parce que...
2. Ho chiamato il mio blog in questo modo perché... / J'ai donné ce titre à mon blogue, parce que...
3. Il momento più emozionante della mia vita da blogger è stato... / Le moment le plus émouvant dès que je blogue, c'est...
4. A casa mia non può mancare... / Chez moi, il ne manque jamais...
5. Se fossi un colore, sarei... / Si j'étais une couleur, je serais...
6. Se fossi un gioco, sarei... / Si j'étais un jeu, je serais...
7. L'ultimo sogno che ho fatto... / Le dernier rêve dont j'ai rêvé...
8. Da bambina avrei voluto... / Quand j'étais enfant, j'aurais voulu...
9. Libri: il primo, l'ultimo e il più bello che abbia mai letto sono... / Livres: le premier, le dernier et le meilleur que j'aie jamais lus...
10. Se fossi un personaggio di un libro, sarei... / Si j'étais un personnage d'un livre, je serais...
11. Domani... / Demain...

martedì 19 marzo 2013

Code.org, il futuro passa per i codici

Sapete chi è un coder? No? Beh, tranquilli, io ho scoperto tutto solo qualche giorno fa e ho pensato di condividerlo con voi.

Code.org

Un coder è un programmatore informatico. Una specie di genio, diciamo. Un tizio che ha a che fare con i codici e che rende possibile tutto questo.

Code.org

Eppure, a detta loro, non c'è nulla di geniale e tutti possono imparare. Anzi, tutti dovrebbero imparare:

Code.org
Impossibile? Sembra di no. Possibilissimo, invece. Quasi necessario. Sembra che le università statunitensi formino soltanto 400 mila programmatori, ma la richiesta è di un milione e 400 mila programmatori, il che significa 1 milione di opportunità lavorative!

Code.org

Code.org è nato per insegnare a tutti le basi della programmazione e per colmare quella che è una grande lacuna scolastica e universitaria. Ma non fidatevi di me, ascoltate loro! ^_^



Ho sempre pensato di essere uno zero assoluto spaccato con il pc e tutto ciò che ruota attorno al pc, figuriamoci poi programmare! ^_^ Però ho provato a giocare un po' su questo sito e alla fine devo ammettere di essermi anche divertita e di aver provato un piacevole senso di soddisfazione. 
Volete provarlo anche voi?
Ma sì, dai! Cliccate qui, entrerete nella sezione Learn, dove potrete inserire il vostro nome e sarete guidati a eseguire alcune semplici operazioni in codice. Se siete degli zeri come me, la soddisfazione è assicurata! ^_^

Il sito è completo di esercizi e test per imparare a programmare in diversi linguaggi. Penso proprio che, d'ora in poi, dedicherò una parte del mio (poco) tempo libero all'apprendimento di questa magia. In fondo, è come imparare una lingua straniera con la sua grammatica e i suoi vocaboli. Ce la posso fare!

Code.org! A me è piaciuto e sono sicura che piacerà anche a voi!

sabato 9 marzo 2013

Pomodori verdi fritti alla fermata del bus

L'altro giorno, una volta scesa dal treno, ho deciso di aspettare il bus per tornare a casa.

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Di solito torno a piedi, ma l'altro giorno era il 28 febbraio ed era l'ultimo giorno utile per utilizzare la tessera mensile che avevo usato poco, così ho aspettato.
Appena arrivata alla fermata, ho chiesto a una signora bionda, sulla sessantina, se aspettasse da molto e VROOOOM, la signora ha iniziato a parlare parlare parlare.

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Le avevo fatto una domanda alla quale avrebbe potuto rispondere con un semplice o no, invece le ho dato il la per iniziare il suo lungo monologo. Stava andando a casa del figlio che la aspettava per le 18. Gli aveva promesso che sarebbe arrivata in tempo per mettere su il sugo per la cena serale. Certo certo, non era lei a voler andare a tutti i costi a casa del figlio, eh, era lui che reclamava la sua presenza! D'altronde, da quando abitava da solo, era così.

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Però l'auto si faceva attendere, rischiava di far tardi. E quel povero figlio la stava aspettando. Dal monologo, siamo giunti a qualche forma interrogativa: in breve, la bionda voleva sapere dove abito. Ha affinato lo sguardo e ha iniziato a guardarmi insistentemente, provando a capire chi fossi o da chi discendessi. "Dove scendi?" "Alla fermata X" "Ah, scendi alla posta! Eh, io quella strada lì vicino non la faccio, perché è stretta e col buio mi fa paura!" "Eh già, non la faccio neanch'io" "E allora perché non prendi questo bus, e scendi alla fermata Y, poi aspetti il bus Z e vai a destra?" "Perché non mi conviene aspettare il bus Z e poi preferisco camminare!" "Beh, ma se abiti vicino al centro commerciale ti conviene! Oppure abiti più su?" E non so perché, ho avuto la strana sensazione che mi conoscesse, o piuttosto che conoscesse la mia famiglia. O forse era solo la sua invadenza a farmi prendere lucciole per lanterne, comunque, io, che ho avuto quel gran bravo maestro di Kevin McAllister,


Qui in originale, mins 0:50-0:59
(scena tagliata, nel film è la commessa a parlare, come si vede nella versione italiana)


Qui in italiano, mins 1:52-1:57


ho resistito e, cambiando discorso, le ho detto: "Abbia fede, signora, adesso il bus arriva!"
Apriti cielo! Tutta risentita mi ha risposto che ha fede, infatti va tutti i giorni in chiesa e, se avesse saputo di dover aspettare così tanto, sarebbe entrata, indicando qualcosa alle nostre spalle - in effetti la fermata del bus si trova proprio davanti alla chiesa.
E in quel momento, il suo blabla ha subito una curva religiosa che ormai non seguivo più. Mi indicava uno striscione affisso al muro che costeggiava la chiesa, ma io non riuscivo neanche a leggere cosa ci fosse scritto, speravo solo che arrivasse il bus o che magicamente comparisse la mia bici su un'altrettanto magica pista ciclabile e che pedalassi via alla svelta.
E poi è magicamente apparso il bus!

Insomma, a partire da questo incontro, ho iniziato a riflettere su quanto la gente sia stressata, inacidita, invadente, insoddisfatta, voglia mostrare e dimostrare necessariamente qualcosa agli altri, e  sia arrabbiata col mondo. 
Quella signora era piena di rabbia dentro, ma ci teneva a mostrare il suo attaccamento al buonismo, e poi aveva un'estrema voglia di parlare di sé e di sfogarsi di cose che non funzionano, fermo restando che le cose non funzionano al di fuori, e non nella sua vita.

Tutte queste sensazioni negative sono controproducenti.
La società non dovrebbe essere più rilassata, gentile, discreta e soprattutto soddisfatta?
Cosa ci spinge a essere così mediocri?

Io non ho le risposte, ma so una cosa. Io non voglio diventare così.
E poi voglio una città a prova di bici!

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venerdì 8 marzo 2013

Italiano per stranieri

Insegnare italiano all'estero ti fa capire un sacco di cose:
- per alcuni studiare la tua lingua è proprio una passione
- per alcuni "l'italiano è una lingua che canta" --> e io che pensavo di essere stonata come il campanaccio della Lola!
- per alcuni "l'Italia è un museo a cielo aperto" - in gran parte gratis, aggiungerei io
- per alcuni le dolci colline toscane, il mare del sud, le Alpi innevate e le città d'arte sono un sogno che si avvera
- per alcuni l'opera e il canto sono italiani e allora studiano la lingua per capire cosa cantano
- per alcuni è importante mantenere i neuroni attivi a una certa età, e impegnarli con una lingua di cultura è un piacere
- per alcuni è la lingua della nuora e allora è il caso di comunicare
- per altri è la lingua dei nonni e le origini sono importanti
- per alcuni è un'ora di svago perché a un certo punto arriva un giullare in classe - e allora ci divertiamo
- per alcuni è la lingua della Roma, della Lazio e della Juve
- per altri è la lingua delle moto e dei cantanti
- per alcuni è la lingua della moda e del design
- per altri è la lingua della pasta e della pizza
- per alcuni è arte
- per altri è "solo la terza lingua": una scelta scolastica quasi obbligata per ottenere un punteggio più alto all'esame - e vabbè, viva l'onestà
- alcuni sono curiosi e attenti, e vogliono saperne sempre di più
- altri è un piacere ascoltarli, parlano così bene... e con quale entusiasmo poi!

Poi penso all'italiano medio, un po' burino, un po' caciarone.
Quello che... abbronzatura d'obbligo: perenne - cartapecora??
Quello che... "sull'aereo prendiamo in giro l'hostess" - come se LEI non capisse
Quello che... ostenta ciò che ha - perché non è
Quello che... "giudichiamo quelli che passano dalle scarpe o dal cell o dalle orecchie a Dumbo e il naso pure" - ...
Quello che... "l'Italia è il Paese più bbbello del mondo" - però gli altri non li hai nemmeno visti oppure, peggio, li hai solo visti
Quello che... "se tu hai una cosa più di me, io rosico e ne voglio una più di te" - un giro alla neuro, noo??
Quello che... "parliamo degli assenti, ché è divertente" - divertente per chi?
Quello che... "chi frega per primo, frega due volte" - complimenti!
Quello che... "il secondo è il primo di tutti i perdenti" - tu hai mai gareggiato o ti sei limitato a guardare?
Quello che... la domenica in chiesa - e poi con la gente sei un verme
Quello che... "io ho fatto questo per te e tu non hai fatto niente per me" - e magari avevi fatto 100 cose
Quello che... "io sono sensibile" - e poi ti tratta da servo della gleba appestato
Quello che... frecciatina frecciatina - ma quando ti si rompe l'arco?
Quello che... povera Italia!

Ogni volta che ho pensato all'Italia, quand'ero all'estero, ho pensato a un Paese bellissimo: un'oasi immersa quasi totalmente nelle acque, eppure collegata alla terraferma; un lembo di terra dalla forma simpatica che ti fa spuntare un sorriso curioso; un pezzetto di terra che accoglie pianure, colline, montagne, fiumi e laghi.
Ogni volta che ho pensato all'Italia, ho pensato al suo cielo azzurro, alle nuvolette bianche che si rincorrono in primavera, al clima tiepido autunnale e all'inverno mite. Al caldo estivo. Al sole.
Ogni volta che ho pensato all'Italia, ho pensato a un posto incantevole e meraviglioso dove vivere.

Poi ho pensato agli italiani. E a me, molti italiani, non piacciono.
È un "non piacere" che parte dall'alto e che si ripercuote, come un effetto domino, sui singoli Signor Nessuno. A partire da quello che ti giudica se hai preso il diploma alle serali per finire con quello che ti guarda le scarpe o il vestito. Oppure le tette.
Ecco, io, a tutti questi "italiani", suggerirei di acquistare un manuale di italiano per stranieri - per alcuni va bene anche una semplice grammatica, eh - perché forse li aiuterebbe a vedere delle bellezze di questo Paese che i loro occhi annebbiati non vedono più e tutte quelle gocce di meraviglia che stanno calpestando.  Perché finché ci siamo dentro, non ci accorgiamo di quanto sia bello esserci.

In realtà, non serve insegnare italiano all'estero per capirlo.
In realtà, ho iniziato a scrivere questo post senza pensare e non so neanche fin dove mi sono spinta.
In realtà oggi è l'8 marzo, e io non ho mai fatto caso ai giorni di "festa", però oggi, invece di comprare le mimose, fate un salto in libreria.

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