giovedì 4 luglio 2013

Cretina

Tre ore fa uscivo dalla stanza della prof.
Con l'esame in tasca, il capitolo della tesi consegnato e i suoi complimenti.

Quattro ore fa speravo che qualche alieno mi avesse rapita. Oppure che avesse rapito lei. O che qualsiasi altro tipo di impedimento avesse svolto il suo sporco compito e avesse impedito all'esame di aver luogo.
Ho combattuto con il mio inconscio per presentarmi lì. Io non volevo andarci.
Sono entrata in aula e lei non c'era. C'era un altro prof. (che divide l'esame con lei, sono due moduli) e ho aspettato che terminasse di esaminare una tizia che non ha aperto bocca perché parlava sempre lui. Dopo una quarantina di minuti buoni ha finito il monologo e sono andata a chiedergli qualche info: "io non sono d'accordo con questa divisione dell'esame", ha detto. Avevo l'impedimento! Il mio inconscio esultava.
"Se vuole torno a settembre e sostengo entrambi i moduli lo stesso giorno", ha detto il mio inconscio incrociando le dita.
"No, no. Sono io il titolare dell'esame e le do il permesso di sostenere questa parte oggi. La prof. è nel suo ufficio". Inconscio triste.

Era al telefono. Ho aspettato in piedi, in direzione dell'uscita, bastavano pochi passi per fuggire via. Poi mi ha chiamato. Ero l'unica. Agitazione. Parole parole parole. "Ho portato il primo capitolo della tesi, se vuole..." - "Prima l'esame, dopo vediamo la tesi."
Agitazione. Salivazione azzerata.
"Non posso fare una figura di merda proprio con la relatrice! Che opinione avrà di me? Sono già così in ritardo su tutto", ha pensato il mio mononeurone in un lampo di lucidità subito annebbiata.

"Alors, mademoiselle..." - Prima domanda.

Non ricordo più cosa sia accaduto dopo. Non ero io.
Cioè, ero io, ma ero quella di una volta. Per un attimo, solo per un attimo sono tornata quella di una volta, quella che si sparava sette/otto esami a sessione e prendeva trenta. Quella che, quel trenta, non lo sbandierava mai ai quattro venti, ma lo custodiva gelosamente sullo statino, perché non era necessario sbandierare nulla.
E così ho parlato. Parlato, parlato, parlato. Per parecchi minuti senza interruzione.
Poi c'è stata qualche altra domanda e ho continuato a parlare, parlare...

"Complimenti signorina, mi ha fatto proprio una buona impressione, sono molto soddisfatta. Le do trenta e lode".

"Io... grazie... io non volevo neanche venire stamattina", ha detto il mio inconscio.
"E invece ha fatto proprio bene!"

Poi abbiamo visto la tesi. Ho dato alcune spiegazioni. Le sono piaciute, le è piaciuta l'impostazione. Dopo un'oretta ero fuori. Libera e felice. E incredula.

Sto lottando contro il mio inconscio che non vuole sbloccarsi. Piano piano, sembra che ce la stia facendo. I miei livelli di autostima sono registrati ai minimi storici. Se rasentassero lo zero, probabilmente sarei euforica, invece sento le gambe pesanti, la testa piena e tanta voglia di dormire.

L'unica cosa che mi viene in mente, in questo momento, è il lamento delle persone.
Innumerevoli volte mi è capitato di ascoltare i lamenti di chi prendeva dei voti bassi/al-di-sotto-delle-proprie-potenzialità e l'unica cosa che il mononeurone è riuscito a formulare è stato: "Ma non pensate di sopravvalutarvi un po' troppo? Com'è possibile che pensiate di aver fatto tutto il possibile se poi non è ciò che risulta? Forse vi eravate illusi di aver fatto tutto il possibile..."

Non sto qui a sparar sentenze dalla cattedra, vorrei soltanto riflettere un po'. Sulle apparenze.
Spesso mi è capitato di sentire alcuni commenti del tipo: "Ha detto che non sapeva nulla, invece ha preso tot! Che stronzo!"
Ecco, so che ci sono persone che fingono di non saper nulla perché non vogliono condividere "il sapere" con gli altri ed evitarsi un bel po' di seccature, ma non è questo il mio caso, quindi parlerò per me.

Io, a volte, penso di non sapere nulla perché sono convinta che ci siano talmente tante altre cose da sapere che quelle che so io sono infime e miserrime. Eppure, quando studio, mi pongo un migliaio di quesiti, cerco informazioni collaterali, leggo degli extra, mi informo sulla vita e sulle opere degli autori e dei critici che sto studiando, mi chiedo perché siano orientati verso un pensiero o perché scrivano in maniera così complicata dei concetti tanto semplici (!), in breve, non mi accontento di quello che mi si dà, cerco altro.
E nel mare di tutto questo altro, pur conoscendo alcune informazioni a menadito, sento di non sapere mai a sufficienza.
Il che non significa che non ho studiato e prendo trenta perché ho avuto culo.
Il che significa che, forse, ho un briciolo di umiltà minima necessaria a rendermi conto che nell'oceano di informazioni che potrei sapere, so soltanto un'ondina. Ma potrei sapere molto di più.

Non mi piacciono quelli che sparano a zero, che la buttano sul fattore C, che sbandierano a destra e a manca.
Oggi ho parlato solo per ricordarmi di avere più fiducia in me stessa e per dare voce a chi, come me, tende a tacere.

A voi è mai capitato di non avere fiducia in voi e poi di scoprire e riscoprire le vostre potenzialità nascoste? 
Sono sicura di sì, non sono mica l'unica! Fatemi sapere, sono curiosa! ^_^

5 commenti:

  1. Sì. Però a un certo punto della mia "carriera accademica" ho smesso di essere bravo. Non sono mai stato uno da lode.
    Complimenti a te! Soprattutto per il capitolo, so che questi momenti (nei corsi umanistici perlomeno) sono dei giri di boa. La mia tesi, per intero, credo non l'abbia letta nessuno.

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    1. Ciao Salomon, è sempre un piacere ritrovarti qui! ^_^

      Sì sì, io cmq mi riferisco sempre al campo umanistico quando commento. Secondo me non è vero che non sei uno da lode, ma è vero invece che nel tuo campo (fisica! mica bruscolini!) è molto più difficile ottenerne una, forse non sono proprio concepite.
      Probabilmente se ti spostassi a lettere avresti tutte lodi, e se io mi spostassi a fisica (eh?? cosa??) mi butterebbero fuori a calci.

      Non immagini l'ansia che ho per il responso... potrebbe anche polverizzarla con uno sguardo e dirmi di rifare tutto.
      Speriamo di no, dai! ^_^

      Qual era l'argomento della tua tesi? ^_^

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    2. Giuro, mai preso la lode! :P

      In realtà sono un umanista mancato, infatti i (non molti) saggi che leggo sono tutti da quella sponda. Guarda, immagino l'ansia. Io a dicembre temevo che la relatrice mi avrebbe detto che non mi sarei laureato a marzo (con tanto di rata massima e mora). Poi, invece, mi sono laureato. Pazzesco, vero? Sia alla triennale che alla magistrale sono riuscito a dare un esame il giorno prima della consegna del libretto. E non è che abbia fatto il velocista, intendiamoci. Ho ricordi interessanti degli anni in università! :D

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  2. Ciao ;) sono approdata qui per caso... e ho letto. E mi ci sono rivista... a parte i primi due anni della triennale, ogni volta che vado a fare un esame mi sembra di non sapere nulla, o comunque mai abbastanza da meritare un voto alto. L'ultimo esame davvero pensavo che , se tutto fosse andato bene, avrei preso un 20... e invece è andato decisamente molto meglio. Forse bisogna anche rendersi conto dell'ambiente in cui ci si trova e qual è il livello medio... non lo so. Complimenti comunque!

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    1. Ciao Marì, benvenuta! ^_^

      Mi fa piacere che tu sia passata qui per caso e che ti sia rivista nelle mie parole. E mi fa piacere sapere di non essere l'unica a pensarla così.

      Passo presto a trovarti!
      Ciao!

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