lunedì 18 novembre 2013

Di biblioteche, librerie, traduzioni e lumache

Oggi sono andata in biblioteca alla ricerca di materiale che c'è, esiste, ma non è in biblioteca o non è in Italia - un paio di volumi arriveranno da Bologna, gli articoli non si sa da dove, e il Bravuomo si è impegnato a fare una ricerca per me. Che carino! Grazie Bravuomo e grazie Collegadelbravuomo.

Dopo due ore e mezza di ricerche, dieci articoli salvati in pdf e decine invece no, ho deciso di alzare i tacchi - metaforici, si intende! - e avviarmi verso casa passando per qualche negozio. Di certo, non era in libreria che volevo finire, perché necessito di roba materiale da indossare, mentre di libri, beh, di libri ne ho a bizzeffe, che sono lì, impilati uno sull'altro, in attesa di essere letti.

Ma come si fa a passare davanti alla Feltrinelli e resistere al suo fascino?
Non si fa. E infatti sono entrata!

Erano secoli che non acquistavo libri in libreria. Amazon, ormai, era diventato il mio luogo di acquisto prediletto, se non altro per gli sconti e la comodità del click, e invece oggi... oggi è stato un colpo di fulmine! Verde, chiocciola, casetta, alberelli, scrittura corsiva infantile... cos'è? ^_^

Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza di Luis Sepúlveda.

Non so come spiegarlo, ho provato ad allontanarmi, ma quel libro è stato una calamita. Il fascino di una storia per bambini, ma non solo per bambini - perché sono convinta che le storie per bambini siano invece storie per adulti, nel senso che aiutano i bambini a crescere e diventare degli adulti migliori, e nel senso che aiutano gli adulti a ricordare chi sono stati -, la dedica ai nipotini... E poi anch'io mi sento una lumaca, ed è per questo che l'ho preso: quel libro sembrava indirizzato a me. Sembrava messo lì perché io lo trovassi. 
E poi, e poi... avevo voglia di leggere qualcosa di bello e fiabesco sul treno durante il viaggio di ritorno. Così mi è anche venuta voglia di tornare in biblioteca a studiare domani, per approfittare del viaggio in treno e continuare a leggere un altro pezzetto.





Tra tutti questi libri, si è affacciato in me un pensiero che avevo pensato anni fa, ed è questo: una delle cose che mi piacerebbe davvero fare è tradurre i libri che ho letto e che mi sono piaciuti. E che in fondo... sono stati già tradotti! ;P
Sono strana o capita anche a voi?

La lumaca è lenta perché si porta dietro un peso, dice il gufo all'inizio.
Chissà se questo peso si alleggerirà. Un giorno.

9 commenti:

  1. Di voler tradurre? Ci ho anche provato, con risultati mediocri.
    Anche se...

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    1. Beh... sì! In effetti, mi sono laureata con una tesi di traduzione!
      Mi hanno anche pubblicato un paio di traduzioni, però, shhh, che non si sappia in giro! ;)

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    2. Non lo dirò in giro.
      Tu, in cambio, non fare parola dei miei tentativi insulsi! ^^

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    3. Non ne parlerò.
      Ma mi riesce difficile credere che i tuoi tentativi siano insulsi: i tuoi interessi includono la lettura e la scrittura, e generalmente un traduttore è un attento lettore e un fine scrittore. Due più due... ;)

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    4. Due più due fa quattro, non un buon traduttore! :D

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    5. Ahahah, fa quattro, è vero. Ma fa anche le basi di un buon traduttore.
      Secondo me.

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    6. Cioè, uno che sa l'aritmetica? Non so, sei tu l'esperta. :)

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    7. Non ti sto dicendo di cambiare lavoro. Dico semplicemente di non considerare "insulsi" i tuoi tentativi! ;)

      In ogni caso, mi è capitato di conoscere ingegneri (tipi abbastanza matematici, direi) con la passione per la scrittura, che hanno anche messo in scena qualche lavoro e con un italiano migliore di chi ha studiato materie umanistiche (e anche un inglese migliore di chi ha studiato lingue). Non sto gridando al genio, quello che voglio dire è che a volta non importa l'ambito di specializzazione: la mente è elastica e ricettiva e si può essere bravi in diversi ambiti, pur preferendone uno.

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