domenica 11 agosto 2013

Le (dis)avventure di (S)Fortunella I

Beh, eccomi qua.
Sono partita. Sono tornata.
Mi sono fatta 5 giorni di fuoco - dal 2 al 7/08 - quasi completamente da sola e... ora ho proprio bisogno di partire sul serio.

Day 1
Mi sveglio presto e per un attimo penso di partire alle 9.30, ma poi mollo subito perché non voglio stressarmi troppo e rispettare i miei tempi, quindi faccio una delle cose che mi stressano di più al mondo: preparo la valigia. Il bus parte alle 13.30, ce la posso fare.
Alle 12.45 decido che non ce la posso fare.
Ansia eccessiva, necessità di relax pre-partenza e due gocce di calmante.
Parto con il bus delle 17.30. Lo prendo al volo, mi assicuro di poter fare il biglietto a bordo, mi siedo e mi rilasso. Per un attimo mi sento felice e soddisfatta di non aver rimandato all'indomani - altrimenti mi sarei sentita una merdaccia - e pronta ad affrontare la paura di arrivare con il buio e di dormire da sola in quella casa vuota.

Tre minuti dopo essere partiti, la ragazza col gatto seduta accanto a me si volta e mi guarda. Io sorrido a lei e al gatto, e lei: "Io chiedo scusa!" - Eh??! - "Io chiedo scusa, ma il gatto ha appena fatto la pipì. Mi dispiace per la puzza."
Eh nooo!! Che sfiga, con tutto il pullman proprio qui mi dovevo sedere? Speriamo che l'aria condizionata sia abbastanza forte da coprire l'afrore gattesco.
"Non l'aveva mai fatto prima, forse si è spaventata... Si sente la puzza?"
"No no, non ti preoccupare, sono cose che capitano. Finché c'è l'aria condizionata dovrebbe andare bene."
"Sicura? Perché io la sento. E tanto!"

Sistemato il problema pipì, la ragazza col gatto lancia un urlo: "Ho lasciato lo zaino in stazione!!!" 
E lì panico. Il mio. Perché per 30 secondi mi sono immedesimata. Poi ho cercato di rassicurarla, perché se aveva le cose importanti in borsa, tutto il resto si ricompra. L'hostess ha fatto qualche telefonata, le hanno recuperato lo zaino e promesso di portarglielo a destinazione il giorno seguente senza spese ulteriori. Una gran fortuna, direi.

Il viaggio, dopo, scorre tranquillo. Sono contenta di esser partita e di godermi i paesaggi collinari verdi, il cielo azzurro fino a tardi, i paesini arroccati sulle montagne, che sono sempre gli stessi, però stavolta sto viaggiando da sola, e allora è un po' come se fosse la prima volta.

Arrivo a destinazione con un po' di ritardo e c'è un mercatino sul lungomare che obbliga il bus a entrare nelle vie interne, così scendo al volo sul lungomare e cammino cammino per due chilometri prima di arrivare a casa. Avrei preferito camminare un po' meno, ma in fondo non mi è dispiaciuto poi tanto.

Riesco ad arrivare a casa persino prima di C. e D., che sono in macchina e si trovano nella cittadina accanto, quella che ho appena passato con il bus e che condivide lo stesso lungomare con la mia. Li avevo avvisati della deviazione causa mercatino e da pura cretina non gli ho detto di passare a raccattarmi e loro non ci hanno neanche pensato, perché credo che D. sia andato in paranoia per la strada da fare. Era una linea retta, ma ora inserire una deviazione a forma di C in quella linea retta lo turbava.

D. si considera una sorta di genio dell'informatica - non a caso io lo chiamo Maestro - e in effetti al pc ci sa fare, ma in macchina è terrorizzato dalle altre macchine, dalle strade, da non-so-che e insomma... per arrivare da casa sua a casa mia, dove peraltro era già stato, ha dovuto usare il navigatore. E io che ero a piedi con valigia, borsa e portatile ho fatto prima. Ma si può? Bastava regolarsi in linea d'aria, ma sembra che ormai "in linea d'aria" sia un'espressione d'altri tempi.

Bene, ci siamo. Sono davanti al portone, basta poco così per entrare. Prima mandata: ok. Seconda mandata: ok. Terzo pezzettino di mandata, un minuscolo click: non va! Non riesco ad entrare in casa, accipuffolina! Ho dovuto chiamare il vicino tuttofare, quello che mi ha smontato la grata esterna e rotto il vetro dell'angolo cottura quando io e mia sorella siamo rimaste chiuse fuori casa con la chiave all'interno, nella serratura, appena appena girata e impossibile da rimuovere dall'esterno. Quello che più o meno ogni anno viene a sistemarmi la caldaia perché io la luce ok, l'acqua ok, il gas ok, ma la caldaia mi manda nel pallone. Quello che mi fa gonfiare le ruote delle bici con l'attrezzo elettrico. Quello che pensa che sia una completa rincoglionita perché mi perdo sempre in un bicchier d'acqua. Ma vabbè, tant'è.

Insomma, alla fine entriamo - la porta è stata difettosa anche per lui, eh! - doccia ed esco subito con C. e D., perché a me e a D. la fame era quasi passata, ma C. si sarebbe mangiata anche me quando ho detto: "Datemi 5 minuti che ho bisogno di una doccia!"

Abbiamo cenato verso le 11, passeggiata al mercatino, abbiamo seguito il profumo dei cornetti caldi appena sfornati e ho fatto provviste per la colazione dell'indomani e poi mi hanno riaccompagnata a casa. Non tanto per raccattare la macchina, quanto per vedere se avevo appreso la tecnica del violento apriti sesamo! Sembra di sì. E ho passato una notte tranquilla - dopo aver controllato che non ci fossero folletti dispettosi sotto i letti! ;)

2 commenti:

  1. Dai che ogni tanto un po´ di casalinga solitudine fa bene ... e i folletti dispettosi a volte si manifestano per farci tornare coi piedi per terra se abbiamo la testa fra le nuvole.

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    1. Ecco, io la testa ce l'ho ben ben sulle spalle, quindi spero proprio che non si manifestino! ;)

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